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Dieci riflessioni sulla sostenibilità
La complessità del dibattito sulla sfida ambientale e sociale che stiamo affrontando 5. Water Risk Assessment Un’analisi che considera i potenziali rischi legati all’ac-
ha dato vita a un vademecum sulla sostenibilità, suddiviso in dieci punti centrali – qua, in termini qualitativi e quantitativi, e ne valuta impatti e dipendenze per
dieci concetti su cui tutti dobbiamo riflettere. Per rendere il tema della sostenibilità individui, aziende e società, considerando la disponibilità e la qualità dell’acqua,
chiaro e accessibile, Quantis Italia leader della consulenza ambientale, con Simone gli eventi meteorologici estremi e l’accesso all’acqua potabile sicura e ai servizi
Pedrazzini, direttore, ha identificato dieci concetti chiave e ha stilato un glossario igienico-sanitari. Un’analisi che approfondisce e completa quella della Water Fo-
che sottolinea l’importanza di comprendere la portata degli impegni sottoscritti dai otprint, ovvero il totale dell’acqua dolce utilizzata/necessaria durante la vita di un
Governi, dalle aziende e dalle organizzazioni. bene o servizio.
Inoltre, Pedrazzini menziona l’impronta dell’attività umana sull’ambiente come un
tema importante, oltre al cambiamento climatico, sottolineando la necessità di un 6. Water, Sanitation, and Hygiene (WASH) Acronimo utilizzato su scala interna-
impegno collettivo e di un cambiamento significativo nelle politiche, nelle pratiche zionale per riferirsi all’area di impegno combinato volta ad affrontare i bisogni
aziendali e nei comportamenti individuali per garantire un futuro sostenibile. idrici fondamentali dell’uomo e i diritti di ognuno relativi all’accesso ed alla si-
curezza della risorsa idrica. Con WASH si intende la fornitura di acqua potabile
1. Circolarità Con “circolarità” si intende un quadro di soluzioni sistemiche che sicura, servizi igienico-sanitari adeguati ed educazione all’igiene, per combattere
parte da tre principi: eliminare i rifiuti e l’inquinamento, reimmeterli in circolo, le malattie in particolare legate all’acqua.
utilizzare materiali e fonti energetiche rinnovabili. La transizione verso un’econo-
mia circolare comporta il disaccoppiamento dell’attività economica dal consumo 7. Land Use Change Significa conversione di una parte di terreno da uno scopo ad
delle risorse limitate del pianeta. Il paradigma economico fino ad ora dominante un altro. Quando queste conversioni prevedono il passaggio da sistemi in grado
è stato lineare, ovvero “prendi, produci, getta”. Nell’economia circolare, i prodot- di immagazzinare carbonio a sistemi che ne possono immagazzinare meno, o che
ti a fine vita vengono riutilizzati, rigenerati o, se non possibile, disassemblati, e i addirittura ne rilasciano più di quello che assorbono, si ha un’emissione netta di
materiali vengono riciclati e reimmessi nel ciclo produttivo. gas serra.
2. Approccio del ciclo di vita e approccio sistemico Ciò che distingue un approc- 8. Mitigazione (interventi di) Azioni volte a ridurre le emissioni o potenziare i
cio circolare da un approccio lineare è una visione sistemica, ovvero del ciclo di pozzi di assorbimento dei gas serra al fine di ridurre il rischio climatico. Si quali-
vita di ogni prodotto. Prendere in considerazione i flussi di risorse e gli impatti ficano come interventi di mitigazione l’uso più efficiente dei combustibili fossili
ambientali associati a un prodotto lungo tutta la catena del valore – dalle fasi nei processi industriali o il passaggio dai combustibili fossili alle fonti di energia
dall’acquisizione delle materie prime, alla lavorazione, distribuzione, uso e pro- rinnovabile.
cessi di fine vita, fino agli impatti correlati – determina che per ogni prodotto
o servizio venga raccolto un ampio spettro di informazioni ambientali rilevanti, 9. Adattamento e resilienza Nel contesto del rapporto dell’uomo con il cambia-
rispetto alla variazione di capitale naturale legata al bene. Tutto ciò spinge alla mento climatico, l’adattamento si riferisce al modo in cui gli esseri umani posso-
presa di consapevolezza e all’azione. no modellare il proprio comportamento per far fronte agli impatti dei cambia-
menti climatici già in corso.
3. Capitale naturale Con “capitale naturale” si intende lo stock di risorse natu- La resilienza è la capacità delle catene del valore di adattarsi, resistere o evitare
rali rinnovabili e non rinnovabili sulla terra - ad esempio, piante, animali, aria, l’impatto di un’interruzione o di una perturbazione legate non solo ai cambia-
acqua, suolo, minerali - che si combinano per produrre un flusso di benefici o menti climatici, ma anche a tematiche di mercato quali concorrenza inaspettata
“servizi” alle persone (cfr. Atkinson e Pearce 1995; Jansson et al. 1994). o cambiamenti nei comportamenti dei clienti.
4. Servizi ecosistemici I “servizi ecosistemici” sono quei servizi che i sistemi naturali 10. Governance COP, Accordi di Parigi, Global Stocktake La Conferenza annuale
generano a favore dell’uomo: secondo la definizione proposta dal MEA - Millen- delle Parti (COP) riunisce i 197 Paesi che hanno ratificato la Convenzione qua-
nium Ecosystem Assessment, i servizi ecosistemici sono i “molteplici benefici forniti dro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).
dagli ecosistemi al genere umano” (MEA, 2005). I servizi ecosistemici possono essere
raggruppati in 3 categorie principali, regolazione del clima, delle acque e suolo (ad L’accordo della Cop28 a Dubai di dicembre 2023 “sancisce per la prima volta l’uscita
esempio per la prevenzione del dissesto idrogeologico), l’impollinazione, la presenza dalle fonti fossili in modo da raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050”, e “la
di habitat per la biodiversità; approvvigionamento di cibo, materie prime e acqua scelta di prevedere una ‘transition away’ graduale per la fuoriuscita da gas, petrolio e
dolce; servizi culturali, estetici, ricreativi, educativi, spirituali, artistici, identitari. carbone rappresenta un timido passo in avanti.
Identikit del cliente del parrucchiere
L’Area studi e ricerche della CNA ha effettuato un’indagine su usi e abitudini dei mentre al di sotto dei 30 euro è evidente una presenza maschile più marcata.
clienti di barberie, saloni di acconciatura e centri estetici. Ecco cosa è emerso.
Ma come avviene la scelta di questi servizi? Il passaparola gioca un ruolo predomi-
Circa il 25% dei clienti nei grandi centri urbani usufruisce dei servizi di parrucchieri nante, influenzando la maggioranza delle decisioni per quanto riguarda saloni di
ed estetisti direttamente a casa propria o presso gli operatori. acconciatura (con il 55,4%) e centri estetici (con il 60,8%). Un altro criterio comune
Questo dato solleva molti interrogativi su cui riflettere. Sicuramente la maggior parte è una scelta più casuale: il cliente si imbatte nel negozio. Altre opzioni includono la
di questi clienti sono anziani, o persone con difficoltà di spostamento, ma è plausibile ricerca online o la scoperta attraverso i social media.
che dietro a questo considerevole numero di servizi informali si celino molte attività Fra i clienti e il parrucchiere si instaura un rapporto di fiducia. Solo il 20,3% dei
in nero, che non pagano le tassa al fisco e, forse, poco attente alle norme igienico-sa- clienti frequenta più di un barbiere o parrucchiere, mentre appena il 13,3% visita
nitarie di base. più di un centro estetico.
A rilevare questo dato è stata la ricerca condotta dall’Area Studi e Ricerche della Tuttavia, è interessante notare che tra i giovani di età compresa tra 18 e 29 anni, la
CNA attraverso un’indagine di campo che è statisticamente rappresentativa della diversificazione aumenta al 42,8% per i saloni di acconciatura e al 26,5% per i centri
popolazione residente in Italia. L’indagine si focalizzava sulla domanda di servizi di estetici.
acconciatura ed estetica, coinvolgendo i clienti di barberie, saloni di acconciatura e La propensione al cambiamento segue una tendenza simile: negli ultimi cinque anni,
centri estetici. due terzi dei clienti sono rimasti fedeli, ma questa percentuale scende al 50% sotto
Circa il 40% del campione visita i saloni di acconciatura in media una volta al mese, i 44 anni. La solidità dei rapporti instaurati riduce notevolmente la necessità di po-
mentre il 7% lo fa più di una volta al mese. Un quarto del campione si reca nei saloni litiche di fidelizzazione da parte degli operatori: secondo i loro clienti, il 72,1% dei
una volta ogni due mesi, mentre poco più del 13% lo fa una volta ogni quattro mesi. barbieri e parrucchieri e il 43,2% degli estetisti non ne attuano.
Per quanto riguarda i centri estetici, il 41% li frequenta una volta al mese, con il Ciò che fa realmente la differenza è la capacità di ascolto degli operatori: ben tre
5,2% che vi si reca più di una volta al mese. Il 23,3% visita i centri estetici ogni due quarti dei clienti affermano di costruire rapporti di fiducia grazie a questa qualità.
mesi, mentre il 10,8% lo fa una volta ogni quattro mesi.
Più del 70% dei clienti delle barberie investe tra i 10 e i 30 euro, con il 17,1% che si Tuttavia, esistono motivi che possono compromettere anche il rapporto più solido.
colloca al di sotto dei 10 euro e l’11,9% che supera i 30 euro. La situazione è notevol- In primis, l’84,9% dei clienti considererebbe il cambio di operatore se mancassero
mente diversa tra le clienti dei parrucchieri. La fascia più comune si attesta tra i 30 e i le autorizzazioni igienico-sanitarie, seguito dal 78,2% che lo farebbe in presenza di
50 euro al mese (34,9%), mentre il 27,6% dichiara di spendere tra i 50 e i 100 euro. prodotti di scarsa qualità. Il 73,1% valuterebbe un cambio se i trattamenti venissero
Circa un terzo del campione, invece, si colloca al di sotto dei 30 euro. effettuati con macchinari gestiti da personale non adeguatamente formato, mentre
La spesa per i servizi nei centri estetici evidenzia minori asimmetrie di genere, come il 72% lo farebbe se il centro non possedesse tutte le certificazioni richieste. Infine,
illustrato dalla distribuzione della classe di spesa tra i 30 e i 50 euro al mese, che coin- il 64,4% dei clienti considererebbe il cambio se il titolare non avesse l’abilitazione
volge il 45,9% dei clienti. Al di sopra dei 50 euro, si nota una prevalenza femminile, all’esercizio della professione.
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