Il mondo chiede sempre meno l’uso di plastica. E ciascuno di noi può e deve attivarsi in questa direzione. Industria cosmetica inclusa. Limitare l’impatto ambientale della plastica è una priorità anche per la Commissione europea ha varato una strategia che punta a ridisegnare il modo in cui sono progettati i prodotti in plastica, oltre che a rendere riciclabili tutti gli imballaggi in plastica entro il 2030.
In che modo il settore dei cosmetici naturali e biologici può contribuire a un’economia che riduca drasticamente gli impatti dannosi sull’ambiente? NATRUE, Associazione internazionale no profit, che dal 2007 si occupa di tutelare l’autentica cosmesi green, sottolinea la necessità di promuovere l’innovazione sostenibile non solo nello sviluppo delle formulazioni dei cosmetici ma anche per quanto riguarda il loro packaging. Dal 2017 NATRUE è partner del progetto europeo URBIOFIN che ha come obiettivo la trasformazione dei rifiuti solidi urbani in confezioni ecosostenibili per la cosmesi. Il ruolo di NATRUE in questo progetto europeo prevede il coordinamento con le aziende associate per fornire input per lo sviluppo di packaging innovativi. Dopo una fase di test, il materiale con le migliori prestazioni sarà utilizzato per produrre imballaggi per uso cosmetico che saranno testati già nel 2020. Un’altra criticità è rappresentata dalle microplastiche, micro particelle (inferiori a 5 mm) in plastica sintetica insolubili in acqua, che vengono aggiunte a determinati prodotti come cosmetici, detergenti e vernici. Soprattutto nei cosmetici, le microplastiche possono svolgere diverse funzioni, tra cui l’esfoliazione nella cura della pelle o la lucidatura dei denti nei prodotti per l’igiene orale. Tuttavia, a causa delle loro dimensioni ridotte, le microplastiche possono facilmente passare senza filtro attraverso gli impianti di trattamento dell’acqua, entrare negli scarichi idrici e, infine, finire nei mari, dove possono persistere per anni perché non sono biodegradabili. Sebbene siano ancora in corso studi per quantificare l’impatto delle microplastiche sulla salute umana e sull’ambiente, un certo numero di organizzazioni si è già mossa limitando o vietando le microplastiche. I produttori di cosmetici green, ad esempio, si sono rivolti ad alternative naturali per sostituire queste sostanze, come minerali inorganici (sabbia di quarzo) o prodotti a base vegetale (perle di cellulosa). Per quanto riguarda i cosmetici naturali e biologici certificati NATRUE, i rigorosi criteri dello standard stabiliscono che solo gli ingredienti classificati come naturali o natural identici possono essere utilizzati nella formulazione. Ciò significa che lo standard NATRUE proibisce l’uso di microplastiche poiché sono polimeri plastici fabbricati con oli minerali sintetici. NATRUE sostiene da sempre l’innovazione di cosmetici totalmente sostenibili: dall’approvvigionamento alla progettazione, dalla formulazione e produzione di ingredienti fino a processi post-consumo a impatto ambientale come lo smaltimento dell’imballaggio e la biodegradabilità delle materie prime. Lo standard NATRUE fissa i requisiti anche per le confezioni vietando l’uso di materie plastiche alogenate, promuovendo i materiali riciclabili e rinnovabili nonché la riduzione al minimo degli imballaggi.
“I consumatori svolgono un ruolo chiave nella promozione di prodotti riutilizzabili e riciclabili perché la loro domanda contribuisce a modellare le pratiche sostenibili. La sensibilità verso comportamenti e processi sostenibili fa parte dei valori fondanti di NATRUE. I criteri alla base del nostro standard includono infatti indicazioni sugli imballaggi come parte dell’impegno verso un’economia basata su prodotti sostenibili. Puntiamo a ridurre l’impronta ambientale globale attraverso pratiche maggiormente rispettose in grado di tutelare il futuro del nostro pianeta”, ha commentato Mark Smith, Direttore Generale NATRUE.
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