È chiaro che la grave pandemia del Covid-19 ha portato gravi conseguenze ed effetti negativi anche sull’intera industria cosmetica italiana. Cosmetica Italia, nella sua annuale analisi congiunturale, illustra le pesanti difficoltà delle imprese italiane sia mercato interno ed estero sia sulla chiusura del secondo semestre 2020 e le previsioni per il primo semestre del 2021. Inoltre, nella ricerca viene evidenziato come il mercato abbia subito notevoli trasformazioni, legate non alle disposizioni conseguenti il lockdown, ma anche alle nuove attitudini dei consumatori orientati a nuove modalità di acquisto.
I dati preconsuntivi sulla chiusura del 2020 sottolineano la contrazione del fatturato globale del settore cosmetico del 12,8%, per un valore prossimo ai 10,5 miliardi di euro. A condizionare questa situazione contribuisce molto il calo delle esportazioni, -16,5%, con un valore di poco oltre i 4,1 miliardi di euro. L’export rimane, tuttavia, un fattore rilevante di competitività, pensando che nel 2019 l’Italia della cosmetica aveva segnato una bilancia dei pagamenti attiva per oltre 3 miliardi di euro.
Il comparto cosmetico, in ogni caso, ha saputo reagire in maniera pragmatica evidenziando, a fine 2020, andamenti ben superiori a quello di settori del made in Italy, spesso molto più celebrati, come nel caso dell’abbigliamento che perde oltre il 30%, così come la pelletteria e il tessile. Ovviamente i numeri mettono in evidenza importanti contrazioni, infatti i consumi totali perdono 1 miliardo rispetto al 2019: di questo, 500 milioni di euro persi nella profumeria, 200 milioni persi nei canali professionali, 150 nelle vendite dirette e più di 100 milioni di euro persi nel mass market; in parte bilanciati dagli oltre 200 milioni di euro guadagnati con l’e-commerce. Sul fronte dei fatturati le imprese perdono 1 miliardo e mezzo di euro, di cui 220 milioni nei canali professionali e 480 nei canali tradizionali, pesano i 700 milioni di euro persi nelle esportazioni. Nonostante i numeri negativi gli operatori, nelle dichiarazioni incluse all’indagine congiunturale, confermano l’alto livello di resilienza del settore, evidenziandone la storica anti ciclicità. Il comparto industriale cosmetico, infatti, si è ben adattato, reagendo velocemente alle nuove realtà imposte dalla pandemia: basti pensare che l’investimento in ricerca e sviluppo si è mantenuto sul 6% del fatturato, più del doppio dell’investimento registrato dall’intero comparto manifatturiero italiano.
ACCONCIATURA
Alla fine del 2020 e nelle previsioni per il primo semestre 2021 si conferma la caduta dei consumi, sia dei servizi che della rivendita, nei saloni di acconciatura. Come anticipato, le rilevazioni evidenziano andamenti differenti a seconda delle aziende e del mercato di riferimento nel settore professionale. Dopo l’euforia per la riapertura del 18 maggio (dopo quasi tre mesi di chiusura forzata) e grazie alle aperture autorizzate nella seconda parte del 2020, si contano ancora le difficoltà per molti saloni, legate alla perdita economica, alla scarsa liquidità e al calo degli investimenti, con situazioni disomogenee sul territorio. Per le aziende specializzate, nonostante enormi sforzi per sostenere i saloni, si prevedono grosse perdite legate alla scarsa liquidità e alla ripresa rallentata delle frequentazioni. Migliorano i livelli della rivendita. Sul fronte delle opportunità si auspica il ritorno del consumatore finale nel salone dopo un primo impatto condizionato anche da alcune paure. Emerge la possibilità di una migliore profilazione e fidelizzazione della clientela. La rilevazione congiunturale evidenzia una contrazione nel 2020 del 28,5%, con un valore dei cosmetici utilizzati in salone che si ferma a 420 milioni di euro, e con la previsione per il primo semestre 2021 di una ripresa, prossima al 10%, ovviamente nel confronto con il semestre molto negativo dell’anno precedente.
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