Fare il punto sui problemi della categoria e trovare soluzioni. Ecco l’intento dell’incontro degli Stati Generali dell’Acconciatura promosso dalla CIA (Camera Italiana dell’Acconciatura) il primo ottobre 2023 durante la Milano Beauty Week.
Il settore dell’acconciatura in Italia conta oltre 100mila saloni* e circa 90 imprese di produzione. Gli occupati nei saloni sono circa 200mila (1,7 addetti in media per singola realtà).
Una delle criticità del settore, quella di reperire personale adeguato, è stata evidenziata da Antonio Stocchi, presidente Camera Italiana, che ha fatto presente che: “ Il vivaio di giovani che orbitavano in salone qualche decennio fa è solo un ricordo. Oggi i ragazzi non sono motivati poiché fare il parrucchiere non è un mestiere accattivante e attrattivo. Il nostro compito è che lo diventi valorizzando la creatività, l’estro e il talento; è un mestiere stiloso il nostro, perché va a pari passo con la moda, le tendenze. Per agire in questa direzione è necessario e urgente nel contempo arricchire la qualità dell’offerta formativa, adesso scadente, ingaggiare docenti competenti e stimolanti e dare ai ragazzi la possibilità di esercitare per imparare. Tiziana Chiorboli, vicepresidente della Camera Italiana dell’Acconciatura, propone la valorizzazione dell’affitto di poltrona che ottimizza gli spazi e i costi ed è un’arma contro nell’abusivismo, piaga assoluta della professione. Altro tema caldo è la questione dell’IVA già più volte sottoposta al Governo; una direttiva Europa consente ai paesi membri di abbassarla (fino al 5%) per i servizi alla persona. Altra voce presente all’incontro, quella delle aziende: con Gianni Manzetti che sottolinea come in Italia le aziende lavorino in sinergia con i parrucchieri per dare impulsi di crescita, uno stimolo al cambiamento necessario: aumentare la rivendita, diventare un salone sostenibile (che dà accesso ai crediti bancari) e evolversi digitalmente. Bisogna affidarsi agli esperti del settore.
In chiusura quattro noti acconciatori italiani Pino Troncone, Luca Caron, Tiziano Zucchelli e Francesco Cirignotta hanno raccontalo le loro case history . “Io ho iniziato a 14 anni partendo per Londra qui mi hanno insegnato insieme alla tecnica la disciplina” ricorda Pino Troncone. Francesco Cirignotta, barbiere artigiano con un salone a Milano, ha rimarcato la necessità di elevare questo mestiere ad una formazione universitaria: “Altro che mestiere da ultimo banco… fare il parrucchiere presuppone conoscenze di tecnica, chimica, tricologia, psicologia, marketing… Perché allora non dare una formazione adeguata al lavoro che si svolge?”.
Il dibattito serve, ma servono ancor di più le azioni concrete in queste direzioni.
*(dati Infocamere aggiornati a dicembre 2022)
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